Vengono pubblicati dalla Casa Editrice Cleup Università di Padova, a uscita libera, i QUADERNI DEL 'SECONDO UMANESIMO ITALIANO ®', a cura di Rita Mascialino. Ciascuna Serie di Quaderni distinta per argomenti ha una medesima immagine di copertina, ad esempio il primo Quaderno intitolato "Donnicidio: Analisi semantiche" avrà sempre la emblematica immagine di Robert Browning riferita al Monologo Drammatico Porphyria's Lover, L'amante di Porfiria, In quanto la poesia racchiude i poli generali morali e materiali del comportamento negativo maschile verso la donna: umiliante prevaricazione e uccisione. Tutti i dettagli del Monologo, redatto da Browning nel più ambiguo stile come è tratto connotativo del suo poetare in generale, stanno chiariti in dettaglio nell'analisi semantica del Monologo. Compongono il Quaderno, oltre al citato studio che dà del Monologo un'analisi innovativa del suo significato, ulteriori e più brevi studi riferiti a concetti e termini che evidenziano il potere dell'uomo sulla donna in passato e ancora oggi. A conclusione del Quaderno stanno i Cenni Biografici riferiti a Rita Mascialino. I Quaderni si possono ordinare per e-mail presso: tipografia@cleup.it .
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Dedico i QUADERNI DEL
‘SECONDO UMANESIMO ITALIANO ®’ a mio padre Vittorio Mascialino, dal quale ho
potuto apprendere il rigore e la disciplina, insegnati duramente come si
conviene a tali qualità della personalità.
Ringraziamenti
Ringrazio sentitamente
tutto lo staff della Cleup Editrice Università di Padova non solo per
l’efficienza dimostrata ormai da più di un ventennio di costante relazione con
me, ma anche per quello che ritengo un ulteriore distintivo della Cleup: la
gentilezza e signorilità nei rapporti non solo verso di me, ma, come ho potuto
constatare, verso tutti coloro cui la buona sorte consente di avere a che fare
con tale per altro ottima Casa Editrice. In particolare voglio ringraziare l’Editor
Sandro Carpanese per l’eccellente consulenza sul piano pratico ed estetico,
nonché disponibilità collaborativa, il quale con le sue capacità ha sempre
risolto nel migliore dei modi ogni possibile difficoltà insorgente durante il
delicato lavoro della pubblicazione in seno al vasto e importantissimo settore
culturale e scientifico, italiano ed estero.
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Prefazione
Il Progetto delle Serie a uscita libera dei Quaderni del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ (Cleup Editrice Università di Padova) riguarda analisi semantiche approfonditive relativamente a diversi argomenti, accomunati nel metodo di indagine (Mascialino 1996 e segg.), il quale ha alla sua base conseguimenti scientifici tra cui neurofisiologia e prospettiva evoluzionistica per quanto attiene all’esperienza del mondo e alla sua elaborazione nella veste semantica in seno alla mente. In essi si vuole riprendere e continuare non certo l’Umanesimo Italiano nella sua complessità e articolazione profonda, ma solo ed esclusivamente l’Umanistico concetto innovativo al centro della più grande Rivoluzione di pensiero e Avanguardia metodologica nell’analisi a livello linguistico del significato dei testi filosofici, letterari e religiosi rappresentata appunto dall’Umanesimo.
In particolare, proprio la traduzione dei
testi letterari e filosofici diede luogo all’epoca a dispute infuocate tra gli
Umanisti e i loro avversari – famose le diatribe portate avanti da Francesco
Petrarca e Leonardo Bruni. Molto polemica fu tra l’altro anche la ‘Lettera
sul tradurre’ o Sendbrief vom Dolmetschen (1530) redatta – in chiave
umanistica specificamente analizzando le traduzioni delle Sacre Scritture – da
Lutero (Max Niemeyer Verlag Tübingen 1965: Herausgeber Karl Bischoff), testo in
scrittura gotica riprodotto fedelmente nella citata edizione comprensiva anche
dei refusi presenti nell’originale, nel quale Lutero non risparmia gli epiteti
per gli errori di comprensione del significato dovuti a incompetenza e ritenuti
secondo lui inaccettabili in chi deteneva il monopolio della cultura, ossia
negli ecclesiastici della Chiesa Romana, errori di semantica nel testo latino
della traduzione che dimostra molto dettagliatamente e inoppugnabilmente.
Ricordiamo che il controllo della cultura servì alla Chiesa non solo per
manipolare all’occasione il significato dei testi ad docendam plebem,
per l’ammaestramento della plebe, ma anche, con il papa Silvestro I nel secolo
VIII ad esempio, per inventarsi di sana pianta un documento mai esistito, il Constitutum
Constantini, o Decreto di Costantino, più noto come Donazione di
Costantino, con cui l’Imperatore avrebbe donato alla Chiesa il potere
giurisdizionale su Roma e l’Italia, su tutto l’Occidente, su tutte le Chiese,
compresa quella di Gerusalemme, ossia un potere universale superiore a quello
imperiale addirittura, donazione che l’Imperatore mai fece. Dimostrò (1440) che
il documento in questione fosse apocrifo, ossia solo un falso, Lorenzo Valla*
(Roma 1407-1457), celeberrimo e coltissimo umanista al centro dell’Umanesimo
italiano ed europeo e molto apprezzato e stimato da Lutero stesso. La sua
scoperta avvenne attraverso un’analisi squisitamente linguistica e semantica
condotta oggettivamente sulla base del testo della sedicente donazione – per
altro furono gli Umanisti, in primis appunto proprio Lorenzo Valla, a fondare o
rifondare all’epoca anche il metodo filologico innovandolo. Riferendoci in
particolare ai testi letterari, filosofici e religiosi, si trattava pertanto
per gli Umanisti di indagare oggettivamente – esplicitamente contro ogni libera
invenzione dei significati effettuata secondo varie motivazioni – quella che
era la soggettività degli artisti e dei pensatori espressa nei loro testi a
livello linguistico per capirne il significato che oggettivamente essa
possedeva e non poteva evitare di possedere. Comunque, quando all’epoca la
Chiesa, nella sua costante lotta contro la libertà di pensiero e contro il
pensiero scientifico in qualsiasi forma, si accorse della enorme pericolosità
degli intellettuali dell’Umanesimo per il suo potere assoluto sui corpi e sulle
menti degli individui, perseguitò gli Umanisti in Italia e all’estero
catturandoli e quindi secondo l’opportunità torturandoli e mettendoli al rogo
qualora non rinnegassero le loro idee di libertà, ma anche all’occasione, più
subdolamente, facendoli avvelenare ad esempio con l’arsenico ferme restando la
calunnia e la diffamazione sempre presenti. L’Avanguardia umanistica aveva in
ogni caso iniziato a sgretolare in senso democratico il potere assoluto della
Chiesa, assolutismo tutt’oggi vigente nello Stato del Vaticano quale regime di
monarchia assoluta con a capo il papa, all’epoca esercitato con lo strumento
del terrore rappresentato dai famigerati Tribunali dell’Inquisizione istituiti
contro i dissidenti, detti comunemente eretici. Ancora oggi, nelle democrazie,
lasciando stare i regimi assolutistici o dittatoriali dove non vi è libertà di
pensiero né di azione, si può constatare come la verità oggettiva dei testi
filosofici e letterari o artistici sia comunque in generale sottratta
all’indagine scientifica con l’adduzione della più assurda delle motivazioni:
l’impossibilità di indagine scientifica del significato dei testi, linguistici,
della fantasia soggettiva letteraria e appunto dell’arte di tutti i generi. In
altri termini: come se l’immaginazione non fosse un fenomeno a disposizione
dell’indagine scientifica. Con l’escamotage dell’impossibilità di applicare la
prospettiva scientifica, propria ad esempio della fisica, all’indagine del
linguaggio in generale e dei testi letterari e artistici, nonché filosofici e
simili – come se non ci fossero inevitabilmente diverse prospettive
scientifiche secondo gli ambiti di ricerca – si inserisce, facendolo passare
dalla finestra, il divieto di analisi della verità oggettiva dei testi fatto
uscire dalla porta proprio dagli Umanisti. La strada è stata lunga e dolorosa
ed è ancora molto lunga per le interpretazioni dell’oggettività dei testi, le
quali però continuano a stare al centro ideale di una democrazia che voglia
dirsi tale coinvolgendo esse il dovere della trasparenza, quindi della
giustificazione delle ipotesi esegetiche, corrette o sbagliate che siano –
sappiamo che, in tutte le scienze, le Leggi sono ipotesi, valide sino a prova
contraria. L’Illuminismo introdusse l’uso della ragione, dell’intelligenza, in
luogo della parola di Dio e abbatté anche l’arcaico, preistorico diritto divino
di governare, il quale tuttavia ricomparve con la Restaurazione che seguì la
Rivoluzione Francese e che nelle teocrazie e nel pensiero religioso ancora
esiste e resiste. Quanto alle interpretazioni dei testi, certo dai fruitori non
specializzati in analisi dei testi comprese le traduzioni letterarie che sono
frutto di analisi e riproduzione letteraria del significato dei testi a livello
interlinguistico, ossia dai non addetti ai lavori per così dire, nessuno
pretende indagini che vadano al di là delle stimolazioni soggettive elicitate
dall’approccio cosiddetto ingenuo alle opere letterarie o filosofiche o
religiose e artistiche, così come non si richiede a nessun fruitore non
specialista di conoscere profonda mente la fisica e tanto meno di capire in
profondità le scoperte scientifiche nei vari ambiti – eccezioni sempre
possibili come tali. Risulta implicitamente chiaro che, in riferimento agli
specialisti, agli addetti ai lavori ciascuno nei loro ambiti di ricerca, non
sia con sono che si inventino significati ingenuamente e a buon mercato, per
altro senza giustificazione di quanto asserito. Questo invece è ciò che talora
accade nell’ambito delle esegesi relative al fenomeno letterario, artistico,
per le quali si danno prevalentemente ‘libere interpretazioni’ e notizie storiche
considerate come significati dei testi, ciò con cui le gemme che l’arte può
donare agli artisti, agli umani, che si voglia o meno, vanno perdute. Ritengo,
senza scendere in dettagli minuti in una prefazione, che le interpretazioni
esistenti dei testi letterari più importanti, vadano rifatte senza usufruire
dello stratagemma della libera interpretazione anche se si tratta di un metodo
comodo e veloce – un conto è inventare liberamente i significati, altro è
dimostrare con analisi che reggano**. Certo, l’aver propagandato che il
significato dell’arte di qualsiasi genere venga dato liberamente dai lettori e
dai fruitori in generale dei prodotti artistici, ha incrementato il consumismo
dei libri nel più grande commercio e questo è senz’altro un bene per tutti. Per
altro errori interpretativi dei vari fenomeni se ne fanno e se ne faranno
sempre con qualsiasi metodo, anche il più scientifico – è per altro proprio
sugli errori o imprecisioni presenti nelle teorie e nelle scoperte scientifiche
che si imposta la possibilità di progredire propria del pensiero scientifico e
non di quello religioso che resta immutato come parola di Dio. Ma non è questo
il problema. Il fatto è che, nelle esegesi dei testi, dimostrando le proprie
interpretazioni e non semplicemente affermandole dall’alto o dal basso, si
fanno e si faranno sempre meno errori. Nel contempo, cosa della massima
rilevanza, si indagherà il fenomeno linguistico, artistico, estetico, nel modo
più oggettivo possibile e collegato alla realtà del fenomeno stesso, ossia si
eviteranno pe il possibile costruzioni di pensiero senza giustificazione o
adduzione di prove. Fanno parte dei Quaderni del ‘Secondo Umanesimo Italiano
®’, come accennato, Serie di studi di Rita Mascialino raggruppati secondo
diversi argomenti relativi alle discipline di competenza, tra cui riassumendo:
Linguaggio; Evoluzione; Opere filosofiche, letterarie, di arti visive, altre;
Identità dei Popoli; Donnicidio; Cinema; Criminologia; Varie. Alcuni testi già
apparsi sono stati sintetizzati e riorganizzati per la pubblicazione nei
Quaderni.
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*Dalla Presentazione
della ripubblicazione del libro (1928) di Roberto Cessi, grandissimo studioso
veneto (Rovigo 1885-Padova 1969), La Dona zione di Costantino (Milano: Casa
Editrice La Vita Felice: Traduzione di Roberta Sevieri, testo latino e greco a fronte:
2010, 5-8): «(…) La celebre Donazione di Costantino è un falso medioevale che
ha avuto per secoli la pretesa di essere l’atto diplomatico con il quale
l’imperatore romano avrebbe donato l’Urbe, l’Italia e l’Occidente a papa
Silvestro I (314-335) e ai successori di Pietro. Ad essi avrebbe concesso, su
tali territori, poteri e onori da veri sovrani temporali e su tutte le Chiese
del mondo il primato di giurisdizione e, ovviamente, il diritto di legiferare
in materia di fede e di costumi (…) I primi che affrontarono con mezzi critici
il problema dell’autenticità della donazione, e conclusero negativamente le
loro ricerche, furono gli umanisti del XV secolo, tra i quali Nicolò Cusano e
Lorenzo Valla (…) Secondo un’autorità come il Döllinger, Stefano II, andando in
Francia nel 753, avrebbe recato con sé il documento; altri ritengono che la
falsificazione avrebbe avuto l’intenzione di preparare e giustificare
l’Incoronazione di Carlo Magno (…) Per oltre un millennio è stato proprio lo
scritto falso a condizionare la storia occidentale. Per tal motivo è stata
decisa la ripubblicazione del saggio e dei testi curati da Roberto Cessi che,
essendo usciti negli Atti del Regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti
nel 1928 sono conosciuti soltanto dagli specialisti (…)» Lorenzo Valla dovette
autodifendersi dalle accuse di eresia nel processo del Tribunale
dell’Inquisizione napoletana istruito contro di lui (1444) nel Regno di Alfonso
V d’Aragona re di Napoli, detto il Magnanimo, al cui servizio Valla era entrato
dal 1435 quale Segretario dello stesso. Solo grazie all’intervento di Alfonso V
Lorenzo Valla poté salvarsi malgrado lo spirito acceso delle numerose
contestazioni riguardanti traduzioni e interpretazioni tradizionalmente
ritenute autorevoli e inattaccabili, come pure contestazioni di ulteriori
documenti falsi. Valla poté così permanere nei ranghi della Chiesa di Roma,
dove in seguito, con papi a lui favorevoli, tornò senza rischio della vita.
**Cito un solo esempio, tra i numerosi a disposizione, delle perdite dei preziosi dell’arte letteraria: per più di un secolo non è stata mai identificata nel racconto di Franz Kafka Der plötzliche Spaziergang, La passeggiata improvvisa – scritto nel medesimo anno 1913 relativo alla composizione della nota in quanto esplicita Metamorfosi in scarafaggio –, la presenza, espressa linguisticamente a livello implicito e criptico, di una straordinaria metamorfosi del protagonista in cavallo nero, identificata dalla scrivente (Mascialino 1996 e segg.) esclusivamente e oggettivamente a livello esegetico – umanisticamente parlando per così dire – assieme ad ulteriori identificazioni semantiche altrettanto straordinarie nel medesimo racconto, pure espresse cripticamente da Kafka e per questo non identificate né nelle libere interpretazioni, né nelle interpretazioni storicistiche.
Rita Mascialino (detta Maddalena)