“Breve Nota su Franz Kafka: emblema dell’ebreo errante, senza patria, senza casa.
(Studio posto a introduzione della 2025 Rassegna 'Premio Franz Kafka Italia ®' Cultura Carriera Immaginazione XIX Edizione)
Di Rita Mascialino
Dal Racconto-capolavoro di Franz Kafka Die Sorge des
Hausvaters (Franz Kafka, Sämtliche Erzählungen. Frankfurt am Main D: Fischer Taschenbuch Verlag
1970: Hersg. Paul Raabe: Nachwort: Paul Raabe 1969: 139-140).
“(…) Es
[Odradek] sieht zunächst
aus wie eine flache sternartige Zwirnspule, und tatsächlich scheint es auch mit
Zwirn bezogen; allerdings dürften es nur abgerissene, alte, aneinander
geknotete, aber auch ineinander verfitzte Zwirnstücke von verschiedenster Art
und Farbe sein. Es ist aber nicht nur eine Spule, sondern aus der Mitte des
Sternes kommt ein kleines Querstäbchen hervor und an dieses Stäbchen fügt sich
dann im rechten Winkel noch eines. Mit Hilfe dieses letzteren Stäbchens auf der
einen Seite, und einer der Ausstrahlungen des Sternes auf der anderen Seite,
kann das ganze wie auf zwei Beinen aufrecht stehen (…)”
‘(…) Esso [Odradek] ha in un primo momento l’aspetto di un rocchetto di filo, piatto e a forma di stella e di fatto sembra anche ricoperto di filo; tuttavia dovrebbero essere solo pezzi di filo strappati, vecchi, annodati uno all’altro, ma anche dei più diversi tipi e colori ingarbugliati uno nell’altro. Però non è soltanto un rocchetto, bensì dal centro della stella viene fuori un piccolo bastoncino trasversale e a questo bastoncino se ne aggiunge poi ancora uno formando un angolo retto. Con l’aiuto di quest’ultimo bastoncino da un lato e di una delle punte radianti della stella dall’altro, il tutto può stare in piedi come su due gambe (…)’ (Traduzione di Rita Mascialino)
Immagine: Franz Kafka, Alamy Foto Stock
In una delle mirabili composizioni della sua immaginazione Franz Kafka dipinge
in sintesi una figurazione – artistica – dell’ebreo errante che coincide con il
simbolo della stella, divenuta in seguito il simbolo centrale della bandiera
dello Stato di Israele, risalente a tempi antichissimi dove già rappresentava
l’identificativo dell’ebraismo. Fondamentale al rocchetto di filo descritto da
Kafka è che esso è anche, partendo dal centro della stella, anche un essere che
sta in piedi su due gambe, ossia un uomo per quanto stilizzato. Un uomo che
viene a coincidere spazialmente con la stella, il simbolo antico di Salomone,
figlio di re Davide (Betlemme1040-Gerusalemme 970 circa) e re a sua volta di
Israele (Gerusalemme 1011-931), simbolo anche del cosiddetto scudo di Davide e di
origine ancora molto più antica. Altrettanto fondamentale è che il rocchetto kafkiano
non ha un solo filo, né un solo colore, ma è un groviglio di tanti tanti fili
dei colori più diversi – tutte le patrie altrui di cui gli ebrei hanno dovuto salire
e scendere le dantesche scale per sopravvivere dopo la seconda distruzione del
tempio ad opera delle legioni dell’imperatore romano Tito nel 70 A.D. Fili
vecchi, strappati, simbolicamente i vessilli che hanno connotato
la diaspora dell’ebreo errante. Franz Kafka, nel racconto da cui la citazione
sopra, si è proiettato in Odradek, l’uomo-stella simbolo dell’ebreo quale lui
era e si sentiva nel profondo, ma anche il figlio non accettato neanche nella
casa del padre – Odradek sta sempre fuori dalla porta –, davvero l’emblema
perfetto di chi non ha casa, patria ed è malvisto nella casa del padre, dai
familiari quindi. Ma non basta: Odradek in qualità di rocchetto per il filo è
ricoperto di filo ed è associabile alla possibilità di tessere,
metaforicamente: al narrare e Kafka ebbe a djre di essere solo narrazione,
appunto nella metafora: un rocchetto per il filo, un uomo per tessere
narrazioni. Questo nella descrizione che Kafka fa di Odradek, sua triplice proiezione
di Kafka e personaggio principale del racconto La preoccupazione del padre
di famiglia. Molti illustri studiosi danno del nome Odradek versioni che
non sono condivisibili a mio giudizio. Do qui, come ho dato anche in passato,
la mia interpretazione. Il termine, in totale sintonia con il pensiero di Kafka
nel racconto dello speciale rocchetto a forma di stella come nel pezzo sopra
citato, identifica un soggetto che non sta a casa di nessuno, sempre fuori
dalla porta perché non accettato. Il termine in sé significa propriamente in
una composizione di termini dal ceco: fuori dal castello, via dal
castello. Ciò è una prefigurazione del successivo romanzo incompiuto per la
sopraggiunta morte di Kafka: Il castello, Das Schloss (Das
Schloß nella grafia ai tempi di Kafka fino alla riforma ortografica del 1996
della lingua tedesca) –, nome che sintetizza il Leitmotiv dell’esclusione di
Kafka da ogni comunità – neanche nel Castello Kafka entra mai, anche se può
forse essere chiamato alla fine. Molto ci sarebbe da dire sulla personalità di
Kafka stante sempre fuori da case, castelli e simili, ma la breve Nota su
Odradek-Kafka ebreo errante finisce qui.”
Rita Mascialino
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