martedì 18 febbraio 2025

Vengono pubblicati dalla Casa Editrice Cleup Università di Padova, a uscita libera, i QUADERNI DEL 'SECONDO UMANESIMO ITALIANO ®', a cura di Rita Mascialino. Ciascuna Serie di Quaderni distinta per argomenti ha una medesima immagine di copertina, ad esempio il primo Quaderno intitolato "Donnicidio: Analisi semantiche" avrà sempre la emblematica immagine di Robert Browning riferita al Monologo Drammatico Porphyria's Lover, L'amante di Porfiria, In quanto la poesia racchiude i poli generali morali e materiali del comportamento negativo maschile verso la donna: umiliante prevaricazione e uccisione. Tutti i dettagli del Monologo, redatto da Browning nel più ambiguo stile come è tratto connotativo del suo poetare in generale, stanno chiariti in dettaglio nell'analisi semantica del Monologo. Compongono il Quaderno, oltre al citato studio che dà del Monologo un'analisi innovativa del suo significato, ulteriori e più brevi studi riferiti a concetti e termini che evidenziano il potere dell'uomo sulla donna in passato e ancora oggi. A conclusione del Quaderno stanno i Cenni Biografici riferiti a Rita Mascialino. I Quaderni si possono ordinare per e-mail presso: tipografia@cleup.it .

Copertina (Robrt Browning, i-stockPhoto) del Primo Numero della Serie di Quaderni relativi a "Donnicidio: Analisi semantiche"

Seguono la Dedica e i Ringraziamenti, inoltre la Prefazione che rimarrà sempre la medesima per tutti Quaderni.

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Dedico i QUADERNI DEL ‘SECONDO UMANESIMO ITALIANO ®’ a mio padre Vittorio Mascialino, dal quale ho potuto apprendere il rigore e la disciplina, insegnati duramente come si conviene a tali qualità della personalità.

 

 

 

Ringraziamenti

Ringrazio sentitamente tutto lo staff della Cleup Editrice Università di Padova non solo per l’efficienza dimostrata ormai da più di un ventennio di costante relazione con me, ma anche per quello che ritengo un ulteriore distintivo della Cleup: la gentilezza e signorilità nei rapporti non solo verso di me, ma, come ho potuto constatare, verso tutti coloro cui la buona sorte consente di avere a che fare con tale per altro ottima Casa Editrice. In particolare voglio ringraziare l’Editor Sandro Carpanese per l’eccellente consulenza sul piano pratico ed estetico, nonché disponibilità collaborativa, il quale con le sue capacità ha sempre risolto nel migliore dei modi ogni possibile difficoltà insorgente durante il delicato lavoro della pubblicazione in seno al vasto e importantissimo settore culturale e scientifico, italiano ed estero.

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Prefazione

Il Progetto delle Serie a uscita libera dei Quaderni del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ (Cleup Editrice Università di Padova) riguarda analisi semantiche approfonditive relativamente a diversi argomenti, accomunati nel metodo di indagine (Mascialino 1996 e segg.), il quale ha alla sua base conseguimenti scientifici tra cui neurofisiologia e prospettiva evoluzionistica per quanto attiene all’esperienza  del mondo e alla sua elaborazione nella veste semantica in seno alla mente. In essi si vuole riprendere e continuare non certo l’Umanesimo Italiano nella sua complessità e articolazione profonda, ma solo ed esclusivamente l’Umanistico concetto innovativo al centro della più grande Rivoluzione di pensiero e Avanguardia metodologica nell’analisi a livello linguistico del significato dei testi filosofici, letterari e religiosi rappresentata appunto dall’Umanesimo. 

In particolare, proprio la traduzione dei testi letterari e filosofici diede luogo all’epoca a dispute infuocate tra gli Umanisti e i loro avversari – famose le diatribe portate avanti da Francesco Petrarca e Leonardo Bruni. Molto polemica fu tra l’altro anche la ‘Lettera sul tradurre’ o Sendbrief vom Dolmetschen (1530) redatta – in chiave umanistica specificamente analizzando le traduzioni delle Sacre Scritture – da Lutero (Max Niemeyer Verlag Tübingen 1965: Herausgeber Karl Bischoff), testo in scrittura gotica riprodotto fedelmente nella citata edizione comprensiva anche dei refusi presenti nell’originale, nel quale Lutero non risparmia gli epiteti per gli errori di comprensione del significato dovuti a incompetenza e ritenuti secondo lui inaccettabili in chi deteneva il monopolio della cultura, ossia negli ecclesiastici della Chiesa Romana, errori di semantica nel testo latino della traduzione che dimostra molto dettagliatamente e inoppugnabilmente. Ricordiamo che il controllo della cultura servì alla Chiesa non solo per manipolare all’occasione il significato dei testi ad docendam plebem, per l’ammaestramento della plebe, ma anche, con il papa Silvestro I nel secolo VIII ad esempio, per inventarsi di sana pianta un documento mai esistito, il Constitutum Constantini, o Decreto di Costantino, più noto come Donazione di Costantino, con cui l’Imperatore avrebbe donato alla Chiesa il potere giurisdizionale su Roma e l’Italia, su tutto l’Occidente, su tutte le Chiese, compresa quella di Gerusalemme, ossia un potere universale superiore a quello imperiale addirittura, donazione che l’Imperatore mai fece. Dimostrò (1440) che il documento in questione fosse apocrifo, ossia solo un falso, Lorenzo Valla* (Roma 1407-1457), celeberrimo e coltissimo umanista al centro dell’Umanesimo italiano ed europeo e molto apprezzato e stimato da Lutero stesso. La sua scoperta avvenne attraverso un’analisi squisitamente linguistica e semantica condotta oggettivamente sulla base del testo della sedicente donazione – per altro furono gli Umanisti, in primis appunto proprio Lorenzo Valla, a fondare o rifondare all’epoca anche il metodo filologico innovandolo. Riferendoci in particolare ai testi letterari, filosofici e religiosi, si trattava pertanto per gli Umanisti di indagare oggettivamente – esplicitamente contro ogni libera invenzione dei significati effettuata secondo varie motivazioni – quella che era la soggettività degli artisti e dei pensatori espressa nei loro testi a livello linguistico per capirne il significato che oggettivamente essa possedeva e non poteva evitare di possedere. Comunque, quando all’epoca la Chiesa, nella sua costante lotta contro la libertà di pensiero e contro il pensiero scientifico in qualsiasi forma, si accorse della enorme pericolosità degli intellettuali dell’Umanesimo per il suo potere assoluto sui corpi e sulle menti degli individui, perseguitò gli Umanisti in Italia e all’estero catturandoli e quindi secondo l’opportunità torturandoli e mettendoli al rogo qualora non rinnegassero le loro idee di libertà, ma anche all’occasione, più subdolamente, facendoli avvelenare ad esempio con l’arsenico ferme restando la calunnia e la diffamazione sempre presenti. L’Avanguardia umanistica aveva in ogni caso iniziato a sgretolare in senso democratico il potere assoluto della Chiesa, assolutismo tutt’oggi vigente nello Stato del Vaticano quale regime di monarchia assoluta con a capo il papa, all’epoca esercitato con lo strumento del terrore rappresentato dai famigerati Tribunali dell’Inquisizione istituiti contro i dissidenti, detti comunemente eretici. Ancora oggi, nelle democrazie, lasciando stare i regimi assolutistici o dittatoriali dove non vi è libertà di pensiero né di azione, si può constatare come la verità oggettiva dei testi filosofici e letterari o artistici sia comunque in generale sottratta all’indagine scientifica con l’adduzione della più assurda delle motivazioni: l’impossibilità di indagine scientifica del significato dei testi, linguistici, della fantasia soggettiva letteraria e appunto dell’arte di tutti i generi. In altri termini: come se l’immaginazione non fosse un fenomeno a disposizione dell’indagine scientifica. Con l’escamotage dell’impossibilità di applicare la prospettiva scientifica, propria ad esempio della fisica, all’indagine del linguaggio in generale e dei testi letterari e artistici, nonché filosofici e simili – come se non ci fossero inevitabilmente diverse prospettive scientifiche secondo gli ambiti di ricerca – si inserisce, facendolo passare dalla finestra, il divieto di analisi della verità oggettiva dei testi fatto uscire dalla porta proprio dagli Umanisti. La strada è stata lunga e dolorosa ed è ancora molto lunga per le interpretazioni dell’oggettività dei testi, le quali però continuano a stare al centro ideale di una democrazia che voglia dirsi tale coinvolgendo esse il dovere della trasparenza, quindi della giustificazione delle ipotesi esegetiche, corrette o sbagliate che siano – sappiamo che, in tutte le scienze, le Leggi sono ipotesi, valide sino a prova contraria. L’Illuminismo introdusse l’uso della ragione, dell’intelligenza, in luogo della parola di Dio e abbatté anche l’arcaico, preistorico diritto divino di governare, il quale tuttavia ricomparve con la Restaurazione che seguì la Rivoluzione Francese e che nelle teocrazie e nel pensiero religioso ancora esiste e resiste. Quanto alle interpretazioni dei testi, certo dai fruitori non specializzati in analisi dei testi comprese le traduzioni letterarie che sono frutto di analisi e riproduzione letteraria del significato dei testi a livello interlinguistico, ossia dai non addetti ai lavori per così dire, nessuno pretende indagini che vadano al di là delle stimolazioni soggettive elicitate dall’approccio cosiddetto ingenuo alle opere letterarie o filosofiche o religiose e artistiche, così come non si richiede a nessun fruitore non specialista di conoscere profonda mente la fisica e tanto meno di capire in profondità le scoperte scientifiche nei vari ambiti – eccezioni sempre possibili come tali. Risulta implicitamente chiaro che, in riferimento agli specialisti, agli addetti ai lavori ciascuno nei loro ambiti di ricerca, non sia con sono che si inventino significati ingenuamente e a buon mercato, per altro senza giustificazione di quanto asserito. Questo invece è ciò che talora accade nell’ambito delle esegesi relative al fenomeno letterario, artistico, per le quali si danno prevalentemente ‘libere interpretazioni’ e notizie storiche considerate come significati dei testi, ciò con cui le gemme che l’arte può donare agli artisti, agli umani, che si voglia o meno, vanno perdute. Ritengo, senza scendere in dettagli minuti in una prefazione, che le interpretazioni esistenti dei testi letterari più importanti, vadano rifatte senza usufruire dello stratagemma della libera interpretazione anche se si tratta di un metodo comodo e veloce – un conto è inventare liberamente i significati, altro è dimostrare con analisi che reggano**. Certo, l’aver propagandato che il significato dell’arte di qualsiasi genere venga dato liberamente dai lettori e dai fruitori in generale dei prodotti artistici, ha incrementato il consumismo dei libri nel più grande commercio e questo è senz’altro un bene per tutti. Per altro errori interpretativi dei vari fenomeni se ne fanno e se ne faranno sempre con qualsiasi metodo, anche il più scientifico – è per altro proprio sugli errori o imprecisioni presenti nelle teorie e nelle scoperte scientifiche che si imposta la possibilità di progredire propria del pensiero scientifico e non di quello religioso che resta immutato come parola di Dio. Ma non è questo il problema. Il fatto è che, nelle esegesi dei testi, dimostrando le proprie interpretazioni e non semplicemente affermandole dall’alto o dal basso, si fanno e si faranno sempre meno errori. Nel contempo, cosa della massima rilevanza, si indagherà il fenomeno linguistico, artistico, estetico, nel modo più oggettivo possibile e collegato alla realtà del fenomeno stesso, ossia si eviteranno pe il possibile costruzioni di pensiero senza giustificazione o adduzione di prove. Fanno parte dei Quaderni del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’, come accennato, Serie di studi di Rita Mascialino raggruppati secondo diversi argomenti relativi alle discipline di competenza, tra cui riassumendo: Linguaggio; Evoluzione; Opere filosofiche, letterarie, di arti visive, altre; Identità dei Popoli; Donnicidio; Cinema; Criminologia; Varie. Alcuni testi già apparsi sono stati sintetizzati e riorganizzati per la pubblicazione nei Quaderni.

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*Dalla Presentazione della ripubblicazione del libro (1928) di Roberto Cessi, grandissimo studioso veneto (Rovigo 1885-Padova 1969), La Dona zione di Costantino (Milano: Casa Editrice La Vita Felice: Traduzione di Roberta Sevieri, testo latino e greco a fronte: 2010, 5-8): «(…) La celebre Donazione di Costantino è un falso medioevale che ha avuto per secoli la pretesa di essere l’atto diplomatico con il quale l’imperatore romano avrebbe donato l’Urbe, l’Italia e l’Occidente a papa Silvestro I (314-335) e ai successori di Pietro. Ad essi avrebbe concesso, su tali territori, poteri e onori da veri sovrani temporali e su tutte le Chiese del mondo il primato di giurisdizione e, ovviamente, il diritto di legiferare in materia di fede e di costumi (…) I primi che affrontarono con mezzi critici il problema dell’autenticità della donazione, e conclusero negativamente le loro ricerche, furono gli umanisti del XV secolo, tra i quali Nicolò Cusano e Lorenzo Valla (…) Secondo un’autorità come il Döllinger, Stefano II, andando in Francia nel 753, avrebbe recato con sé il documento; altri ritengono che la falsificazione avrebbe avuto l’intenzione di preparare e giustificare l’Incoronazione di Carlo Magno (…) Per oltre un millennio è stato proprio lo scritto falso a condizionare la storia occidentale. Per tal motivo è stata decisa la ripubblicazione del saggio e dei testi curati da Roberto Cessi che, essendo usciti negli Atti del Regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti nel 1928 sono conosciuti soltanto dagli specialisti (…)» Lorenzo Valla dovette autodifendersi dalle accuse di eresia nel processo del Tribunale dell’Inquisizione napoletana istruito contro di lui (1444) nel Regno di Alfonso V d’Aragona re di Napoli, detto il Magnanimo, al cui servizio Valla era entrato dal 1435 quale Segretario dello stesso. Solo grazie all’intervento di Alfonso V Lorenzo Valla poté salvarsi malgrado lo spirito acceso delle numerose contestazioni riguardanti traduzioni e interpretazioni tradizionalmente ritenute autorevoli e inattaccabili, come pure contestazioni di ulteriori documenti falsi. Valla poté così permanere nei ranghi della Chiesa di Roma, dove in seguito, con papi a lui favorevoli, tornò senza rischio della vita.

**Cito un solo esempio, tra i numerosi a disposizione, delle perdite dei preziosi dell’arte letteraria: per più di un secolo non è stata mai identificata nel racconto di Franz Kafka Der plötzliche Spaziergang, La passeggiata improvvisa – scritto nel medesimo anno 1913 relativo alla composizione della nota in quanto esplicita Metamorfosi in scarafaggio –, la presenza, espressa linguisticamente a livello implicito e criptico, di una straordinaria metamorfosi del protagonista in cavallo nero, identificata dalla scrivente (Mascialino 1996 e segg.) esclusivamente e oggettivamente a livello esegetico – umanisticamente parlando per così dire – assieme ad ulteriori identificazioni semantiche altrettanto straordinarie nel medesimo racconto, pure espresse cripticamente da Kafka e per questo non identificate né nelle libere interpretazioni, né nelle interpretazioni storicistiche.

                                                                                               Rita Mascialino (detta Maddalena)


Febbraio 2024 'Studio Fotografico Valentina Venier | Udine Via Grazzano 38




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