mercoledì 10 marzo 2021

RITA MASCIALINO, "APPUNTI DI SEMANTICA DELLE ARTI VISIVE: 'LE COLONNE DI LUCE' DI HEINZ MACK ALL'ISOLA DI SAN GIORGIO"  

(San Giorgio Maggiore VE (I): Realizzazione dell’Esposizione di Beck & Eggeling International Fine Art (Düsseldorf) e Sigifredo di Canossa, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini con sede nel Monastero; sostegno di Trend, Vicenza: esposizione 3 giugno-23 novembre 2014, Piazzale dellIsola di San Giorgio Maggiore)

Heinz Mack (Berlino 1931) è il fondatore assieme a Otto Piene nel 1957 a Düsseldorf di una delle più grandi avanguardie nell’ambito delle arti figurative, il famoso ‘Gruppo Zero’, il quale ha dato avvio ad altre avanguardie, tra cui alla cosiddetta Arte Ottica, nota ovunque come Op Art (Optical Art).

Secondo l’esternazione di Mack le nove colonne di luce rappresentano l’uomo mentre con dignità sta eretto nello spazio. Aggiungiamo qui alcune riflessioni sulla loro esposizione all’Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia. 

Le nove colonne di luce – alte più di sette metri e rivestite di ottocentocinquantamila tessere di mosaico in vetro con oro zecchino   sono state collocate, per la loro prima esposizione delle molte che sono seguite in tutto il mondo, nella piccola Piazza San Giorgio dell’omonima isoletta dell’Arcipelago veneziano. Girando loro attorno e guardando con speciale attenzione le prospettive che si creano verso le sommità, si scoprono sempre diverse strutture in movimento come se le colonne attirassero e riflettessero la luce solare in qualità di fasci di raggi dorati esse stesse e quasi rendessero percettibile il moto rotatorio della Terra quale astro nel cosmo. Ci vogliamo soffermare in particolare su due dei possibili sfondi su cui le straordinarie colonne di Heinz Mack si stagliano – in una esposizione all’aperto lo sfondo partecipa in ampia misura all'assegnazione di significato all’opera in qualità di contesto di sua pertinenza. Gli sfondi in questione sono forniti dal primo chiostro del Monastero dei Benedettini progettato da Andrea Palladio (XVI sec.) e proseguito da Baldassarre Longhena (XVII sec.) e dal mare sulla lunga costa veneziana da un lato e dall’altro rispetto alla Chiesa di San Marco.

Lo sfondo dato dal nucleo dell’ampio Monastero, che si affaccia sulla piccola Piazza, ha un effetto speciale sulla semantica intrinseca alle nove colonne: conferisce loro la misura d’uomo. Guardando dunque verso il chiostro rosso mattone le colonne sembrano quasi più piccole ed acquistano una dimensione del tutto umana, domestica come fossero colonne di un giardino, sontuose nella loro estetica, ma adatte ad essere comunque inserite nel contesto di una casa,quasi come in un cortile o in un giardino. Poiché l’edificio che funge da sfondo alle colonne è luogo della devozione umana, si aggiunge un ulteriore segno dell’interiorità dell'uomo, della sua spiritualità. Si tratta di colonne di luce  che fanno parte  del piccolo luogo terrestre in cui l’uomo vive e sogna bellezza e grandezza, luogo in cui ha reso per così dire concreti i potenti raggi solari catturati nelle infinite tessere d'oro, così per goderne più da vicino e palpabilmente. 

Se tuttavia le colonne sono guardate sullo sfondo del mare lungo la costa veneziana sovrastati dall’ampio cielo, Venezia appare sufficientemente lontana e lascia percepire più direttamente la prospettiva di cielo e mare. Collocate in tale sfondo marino e celeste che si collega a misure vaste e anche infinite, le colonne assumono dimensione enorme esse stesse, non più limitate dalla misura della piccola casa umana quali veri e propri menhir dell’epoca attuale, ossia opere artistiche monumentali di arcaica origine e nella fattispecie simboli fallici che esaltano la fiera autoconsapevolezza dell’uomo per la sua potenza fisica e intellettiva: il cielo introduce gli sterminati spazi cosmici, le acque marine fuori dai domestici canali della laguna lasciano intravedere la presenza della loro più propria natura di acque d’alto mare dalla gigantesca estensione. Così osservate, le nove colonne luminose appaiono a diritto come componenti dell’Universo.

Per concludere: le nove colonne di luce d’oro di Heinz Mack offrono una poderosa sintesi del genio umano in generale e artistico in particolare, sintesi che parte dal piccolo spazio terrestre dato dalla prospettiva sul chiostro benedettino, dove si evidenziano l’operosità, il senso estetico e la devozione dell’uomo, e che si espande come costruzione capace di mettersi in comunicazione con gli immensi spazi cosmici, celesti, in un’unione di microcosmo dell'uomo e macrocosmo dell'Universo dalla più profonda risonanza semantico-emozionale. Grazie alla più audace Arte dell'uomo le colonne di luce di Heinz Mack all’Isola di San Giorgio, dalla piccola Terra, dal piccolo spazio si ergono  nell’immensità dell’Universo così che il cielo comunichi direttamente con esse, con l'arte frutto prezioso della creatività umana e viceversa, come dal titolo dell'opera Der Himmel über neun Säulen The Sky Over Nine ColumnsIl cielo su nove colonne.

                                                                                                                   Rita Mascialino




 

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