RITA MASCIALINO, "IL CAVALLO NERO O L'ALTRA METAMORFOSI DI FRANZ KAFKA", Saggio (Cleup Editrice Università di Padova 2011).
dalla Conclusione del saggio: p. 110, 111-112
"(...) È stato evidenziato come vi sia una carenza di interpretazioni valide del significato delle opere letterarie in generale e come vi sia l'opportunità o la necessità di rianalizzare e reinterpretare le opere letterarie già interpretate pragmaticamente ed in stallo quanto a ricerca scientifica ed esiti sul significato espresso dal linguaggio in cui sono redatte. Tale carenza di comprensione del fatto artistico, del significato dell'arte comporta un danno per la cultura ed un'identità sempre più piccola ed una conseguente barbarie sempre più grande per gli umani: è conoscendo, comprendendo i messaggi della fantasia elaborata in opere compiute, letterarie in primo luogo, comunque artistiche che si può conoscere profondamente l'identità umana (...) Concludo ora il volume con una a mio giudizio doverosa nota sulla lingua italiana, il filtro concettuale ed emozionale attraverso il quale la metamorfosi de cavallo nero e le altre novità esegetiche relativa allo straordinario racconto si sono identificate. Si tratta di una lingua che, se non si costruisce spontaneamente sulla angolatura logico-analitica come la può avere il tedesco ad esempio, si costruisce in compenso sul potentissimo meccanismo dell'intuizione estetica, base non solo dell'arte e della fantasia, ma anche linfa vitale dello sguardo scientifico sul mondo per quanto attiene al livello primo, quello intuitivo, delle ipotesi nella loro fase nascente. Non è quindi un caso che tale scoperta, ed anche le altre numerose concernenti significati innovativi (...) sia potuta avvenire grazie al poderoso quanto sottile strumento semantico-emozionale ed estetico fornito dalla lingua italiana, intuitiva e creativa in massimo grado. In altri termini: è il filtro estetico-intuitivo tipico dell'italiano che ha agevolato a mio giudizio la comprensione a livello profondo dei significati linguistici più creativi, più a contatto con i circuiti inconsci del cervello, un filtro che va conosciuto ovviamente in modo consono, non superficiale, e sempre confrontato con altri filtri linguistici che vanno conosciuti in modo altrettanto consono, un filtro al quale è stata affiancata la tecnologia cerebrale deputata all'analisi scientifica fornita dal [Metodo] Spaziale elaborato da Mascialino (...) Certo, come è innegabile, la squadratura logica, la disciplina imposta dalla logica non sono in primo piano nella lingua italiana, essendo qui in primo piano la sensibilità estetica, intuitiva, creativa, ma, come ripeto, la logica più sottile ed agguerrita sta comunque nello sfondo pronta ad offrire la sua strumentazione sofisticata qualora richiesto dagli eventi e per altro si può appunto acquisire con il dovuto duro esercizio, mentre l'impostazione estetica è di meno facile acquisibilità (...) E l'italiano è un giacimento naturale di tale preziosa e meno acquisibile materia prima."
Rita Mascialino
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