lunedì 31 luglio 2023

 Mascialino, R., (2023) Dalla Tesi di Laurea 'Pinocchio tra palco e pellicola' di Liviana Filippina Cava Chiolo 

Interessante apprezzamento dell'analisi e interpretazione di 'Pinocchio' nonché del dramma 'Profondo Pinocchio' di Rita Mascialino è stato espresso nella Tesi di Laurea di LIVIANA FILIPPINA CAVA CHIOLO 'Pinocchio tra palco e pellicola' (Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Scienze Umanistiche DISUM, Facoltà di Lettere Moderne, Anno Accademico 2020/21, Relatrice Chiarissima Professoressa Simona Agnese Scattina). Nella Tesi sono stati presi ampiamente e profondamente in considerazione sia il saggio 'Pinocchio: Analisi e interpretazione (Cleup Editrice Università di Padova 2004) che il dramma in tre Atti 'Profondo Pinocchio' di Rita Mascialino (Cleup 2006).





Pinocchio con Grillo Parlante (Casa Mascialino)

Seguono brevi citazioni dalla Tesi di Laurea (pp. 153) :
Dall'Introduzione:
1-2
"L'oggetto del presente lavoro prende le mosse da uno dei più celebri classici della letteratura italiana firmato da Carlo Collodi, 'Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino'. Da Benedetto Croce a Italo Calvino, da Piero Dorfles a Rita Mascialino e non solo, in molti hanno approfondito e analizzato l'opera fino a rintracciare le più incredibili e inaspettate dinamiche oltre ai significati più reconditi (...) L'ultimo capitolo, vero focus del presente lavoro, è costituito da una galleria delle più significative rappresentazioni teatrali che hanno avuto per protagonista, in forme e accezioni diverse, il celebre burattino. Da Carmelo Bene a Antonio Latella, passando attraverso le marionette di legno della Compagnia Colla & Figli e il teatro di figura della compagnia di Zaches Teatro con le cosiddette d'animazione, per concludere infine con il dramma 'Profondo Pinocchio' di Rita Mascialino - drammaturgia mai rappresentata a teatro con la speranza, un giorno, di poterla dare alle scene - un'interpretazione inedita sulla base della sua personale indagine sulla storia del burattino più famoso del mondo, e con un testo inedito, il 'Pinocchio' di Franco Scaldati in lingua palermitana portato in scena a Catania con un Progetto che ha visto coinvolto con il Teatro Stabile anche il DISUM (...)"
27-33
"(...) L'opera di Collodi contiene al suo interno un universo sconfinato di significati (,,,) paragonabile la vaso di Pandora. Colei che ha scoperchiato in assoluto questo vaso è proprio la studiosa Rita Mascialino, la quale ha scavato fino in fondo conferendo un'interpretazione molto arguta per ciò che concerne la semantica dell'opera (...) Nel saggio della Mascialino emerge come tutto ciò che di buono riesce a fare lo svantaggiato burattino è merito solo del suo cuore generoso che ha da sempre, prima di subire l'educazione e la diseducazione cui lo sottoporrà Geppetto e come la redenzione di sé e del padre è dovuta solo al suo buon cuore che mai perde in tutte le sue disavventure (...)"

Non potendo citare tutta la tesi, che meriterebbe assolutamente di essere pubblicata per la sua profondità di approccio critico alla letteratura più significativa esistente su 'Pinocchio' e alle opere cinematografiche e teatrali più rilevanti realizzate, segue ancora una sola breve citazione dall'ultimo capitolo dedicato interamente al dramma: '3.5 Dal dramma Profondo Pinocchio di Rita Mascialino':
111-119
"(...) Come già accennato (...) qui analizzeremo più da vicino ciò che la studiosa Rita Mascialino ha captato - all'interno dell'opera di Collodi - attraverso i suoi studi e le sue ricerche dando vita alla sua riscrittura teatrale dal titolo 'Profondo Pinocchio' (...) Alla fine Pinocchio è davvero l'eroe della diversità, un Pinocchio profondamente innovato sul piano puramente esegetico relativo al testo di Collodi: da discolo impenitente a ragazzo responsabile che deve al burattino del suo passato la sua nuova vita. Una riscrittura, 'Profondo Pinocchio', che porta con sé una storia diversa di Pinocchio, una storia aderente al significato 'profondo' appunto del messaggio espresso da Collodi (...)"
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Ringrazio vivamente la Dr.ssa Liviana Filippina Cava Chiolo, che non conoscevo e che mi ha sorpreso inviandomi gentilmente copia della sua Tesi per conoscenza, per avere dato così ampio e puntuale rilievo all'innovazione portata dalla mia opera di critica analitica sul piano dell'esegesi semantica e di trasposizione sul piano teatrale dell'intramontabile racconto di Collodi sebbene non ancora rappresentato sulle scene.
Il giudizio critico espresso nella Tesi della Chiolo si pone in pieno parallelo con il giudizio critico altrettanto lusinghiero di Carlo Sgorlon (Articolo sul Gazzettino), scrittore tra l'altro candidato al Premio Nobel, sul saggio di Rita Mascialino 'Pinocchio: Analisi e interpretazione'. Mi ha fatto tanto tanto piacere vedere che proprio un giovane, la Dr.ssa Liviana Filippina Cava Chiolo, in sinergia con la Relatrice Chiar.ma Prof.ssa Simona Agnese Scattina, abbia mostrato tanto profondo interesse, tra gli altri celebri autori trattati, a un saggio e a un dramma incentrati sul piano dell'analisi e interpretazione del significato, evidenziando nel suo lavoro specifico e generale una prospettiva molto importante nella ricerca relativa alla natura e al significato del fenomeno letterario e artistico.
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Aggiungo un brevissimo cenno analitico sulle immagini sopra inserite, frutto di una interpretazione originale in ambito di arti visive, nello specifico sculture. Il Grillo Parlante  è appoggiato a una pentola, quasi un pozzo e guarda con meraviglia assieme a Pinocchio i  preziosi gioielli, metafora di quanto offre l'arte, dei significati che essa possiede e che gli artisti possono fare emergere come pietre preziose dallo scrigno. Nell'altra immagine Pinocchio, lieto, legge un libretto e il Grillo Parlante, pure lieto, gli fa buona compagnia appoggiato alla sua spalla. Da tenere presente per entrambe le interpretazioni: il Grillo Parlante è in realtà un fantasma essendo morto ucciso con  un martello da Pinocchio che non voleva sentire le sue prediche morali. Un messaggio intrinseco alle due immagini: quando coloro, che ci hanno voluto insegnare la corretta via e che ci sono sembrati oppressivi e insopportabili portandoci anche a contrapporci in modo estremo, ci lasciano per sempre, possono  farci compagnia come immagini divenute care cui guardiamo con nostalgia e che possiamo amare ormai capaci di capire che forse avevano ragione nel fare il loro dovere di educatori, sognando di averli ancora con noi, vicino a noi, come presenze di cui sentiamo la mancanza e che stanno ormai solo nella nostra mente, come ricordo.  
                                                                                                                                
                                                                                                                                         Rita Mascialino







martedì 18 luglio 2023

Rita Mascialino, Donne diverse secondo la percezione degli uomini: la pubblicità televisiva, Pablo Picasso.


Cercando qualche Telegiornale, mi è capitato di vedere un paio di pubblicità aventi come protagoniste le donna. La prima immagine consisteva in una scritta: "Sono me stessa" e immediatamente dopo si vedeva una bella e giovane donna non molto vestita seduta - scusate il termine - sul water mentre faceva pubblicità agli assorbenti per le perdite urinarie. Tutto bene, si deve pubblicizzare ciò che a quanto pare serve a donne giovani e vecchie, a tutto il genere femminile forse. Benissimo. Ma la scritta "Sono me stessa" unita all'immagine della donna seduta sul WC dove in genere si sbrigano diciamo i cosiddetti 'bisogni' corporali, davvero non mi è piaciuta, mi è sembrata un po' offensiva: una donna si sente se stessa quando è collegata al water, non mi permetto di dire cesso per non offendere la sensibilità dei miei lettori, delle mie lettrici. La donna dunque è se stessa quando è seduta sul water, così almeno mi è parso di poter inferire. Molto diversa l'immagine di Picasso - di cui apprezzo immensamente tanti ritratti femminili a prospettive speciali. La donna di Picasso è seduta anch'essa, ma nel suo salotto, in una poltrona ricca di bei colori e sta leggendo, forse è se stessa leggendo un libro e pensando, immaginando in una magica festa di cromie in cui si sente a suo agio, se stessa appunto - non mi soffermo qui sul significato di sentirsi se stessi, una frase che non ha senso, che io non uso mai, ma che ho letto a proposito del citato water femminile e che ho proiettato sulla donna più bella ed enigmatica del mondo. Alle sue spalle sta un suo ritratto privo di segni identitari del volto, privo di colori su uno sfondo scuro, quasi uno specchio del passato della donna, similmente, per la mancanza di identità, a certe veneri di epoche oscure, preistoriche, appunto alle spalle della donna nella poltrona in Picasso, una sua immagine appartenente al passato, in primo piano l'esplosione di colori, di forme dolcissime, di bellezza e di cultura della donna vestita di eleganza e fantasia, immaginazione, dei colori della sua mente, della sua personalità. Certo non sto paragonando la pubblicità degli assorbenti per le perdite urinarie alla splendida figura femminile di Picasso, ho solo citato due visioni del mondo diverse puntate sulla donna. Certo anche le pubblicità possono essere di taglio migliore, nessuno lo vieterebbe. E ancora certo se dovessi scegliere tra le due immagini, vedrei molto volentieri la donna picassiana, non mi è mai piaciuto irridere nessuno, mai, neanche eventuali nemici, per così dire. 

https://www.alamy.it/fotos-immagini/ritratto-di-dora-maar.html?sortBy=relevant




Aggiungo un breve cenno ad un ulteriore ritratto di donna di Pablo Picasso, il Ritratto di Dora Maar, di cui più sopra, fotografa e impegnata nelle battaglie sociali e politiche della sinistra. L'interpretazione di Picasso è all'opposto. Qui troviamo una donna angolosa, ritratta anch'essa mentre è seduta, non in un poltrona comoda e morbida come la precedente Marie-Thérèse Walter, modella, ma in una sedia meno comoda, si direbbe scomoda in quanto fatta di semplice struttura lignea, molto adatta alla personalità e all'aspetto della Maar come nell'interpretazione di Picasso. Le mani, pur simili nell'impostazione quasi a ventaglio, non potrebbero essere più diverse: tenere in Marie-Thérèse, con le unghie appena accennate e in nessun modo evidenziate, così che paiono esserne prive, al contrario secche e con unghie ben evidenziate, rosse e appuntite, aggressive, in Dora, pronte a graffiare. Due donne dalla personalità opposta, non fatte in serie, ciascuna dotata di  una diversa identità psicofisica come traspare dalle stupende interpretazioni artistiche di Picasso, ma entrambe percepite nella loro dignità di donne.

 https://www.alamy.it/fotos-immagini/ritratto-di-dora-maar.html?sortBy=relevant

L'altra pubblicità affine, più sopra annunciata, incentrata sulle perdite urinarie femminili mostrava due donne in palestra, una che non poteva eseguire l'esercizio in quanto nel caso se la sarebbe fatta addosso. Poi si vede la stessa che si presume abbia l'assorbente anti perdite urinarie e dice di sentirsi capace finalmente di 'liberare l'energia', ciò che fa sembrando più che altro una donna che si è tolta il peso di trattenere l'urina, ossia che se la fa addosso senza problemi in quanto ha l'assorbente, anche il tono della voce è quello di chi fatto il suo bisogno liberandosi della tensione per trattenere. E mentre può fare l'esercizio - facendosela addosso -, è invidiata dalle altre donne, è guardata malamente o perché esse non hanno ancora l'assorbente o perché avrebbero preferito vederla in difficoltà. 

Uno sguardo profondo sulla donna, quello di Picasso, che vede in essa una persona interessante, non colta mentre se la fa addosso, uno sguardo impietoso, quello della pubblicità di uomini che vedono la donna come un essere adatto al WC e agli assorbenti a vita, per un motivo o per l'altro,  e in aggiunta invidiosa delle sue compagne, incapace di solidarietà, di alleanza con il proprio genere. Due visioni della donna opposte, di uomini molto diversi, si sa che non siamo tutti uguali. Anche la pubblicità come sopra può essere migliore e non lo è, come non sono obbligatoriamente uguali appunto tutti gli uomini, i maschi, ce ne sono dotati di un'ottica di migliore qualità e altri solo spinti da volontà di irridere i più deboli, coloro che eventualmente soffrissero di disturbi fisiologici.

                                                                                                Rita Mascialino

  Rita Mascialino ,  ‘Insieme falceremo il vento’: Poesie di Angioletta Masiero. Recensione. La silloge poetica Insieme falceremo il ven...