giovedì 8 luglio 2021


CHI SEI TU
Silloge poetica di Rita Mascialino (Cleup Editrice Università di Padova 2021)

POSTFAZIONE 


Come è ormai consuetudine nelle mie raccolte poetiche, analizzo tre poesie: Chi sei tu che introduce la silloge di settantuno composizioni, Uomo di immagini al suo centro, Lacrime che la chiude. Ai lettori tutte le altre da interpretare nella solitudine della lettura, dell’introspezione, del sogno.

Copertina della silloge poetica Chi sei tu

Quale premessa alla poesia che dà il titolo alla silloge Chi sei tu è opportuno uno scorcio esegetico sull’affascinante immagine della copertina creata dall’artista friulano Marino Salvador, specificamente finalizzata a rappresentare un’angolazione del titolo di questa raccolta in una suggestiva sintesi e simbiosi poetica e artistica. Lo speciale ritratto appartiene a una serie di serigrafie di Marino Salvador, nella fattispecie postprodotte su uno scatto (2019) della fotografa Raffaela Manzini, Firenze, relativo all’Autrice, nella Sede del Baglioni Hotel Santa Croce, Sala della Musica, Firenze, in occasione di alcune Interviste a scrittori e poeti. Si tratta di un’immagine che si aggiunge alle ulteriori icone pop dell’artista con una novità: i cenni identitari sono del tutto celati dietro un drappo bianco come un raffinato pizzo o rete e solo dominano gli occhi sul fondo scuro. Il pizzo come estetico ornamento femminile, la rete come imbrigliamento dell’identità di superficie per lasciare spazio a quella profonda dello spirito che traluce solo dai lampi degli occhi. Si tratta dunque di una amplificazione della natura degli occhi e dello sguardo per l’identificazione della personalità dell’individuo, che in questa immagine di Salvador è divenuta solo sguardo, gli occhi affioranti dalla marea spaventosa del nero più intenso di un infinito senza colori, senza vita, che appare come la loro misteriosa matrice.

Veniamo dunque alla poesia che dà il titolo alla silloge (5):

Chi sei tu
Chi sei tu
Che mi guardi
Dentro gli occhi
Così antico
Così nuovo
Mi respiro
Nelle spire
Del tuo spirito
Nella serpe
Dello sguardo
Nel tuo drago
Nel profondo
Che mi ammalia
Che mi stringe
Affiorante
Dall’abisso
Sconfinato
Da cui vieni
Chi sono io.

Ci troviamo di fronte a una persona, proiezione della poetessa, che si oggettiva sdoppiandosi per conoscere la propria identità più vera e più nascosta non quale essere in carne ed ossa, ma quale spirito che si manifesta nello sguardo magnetico degli occhi da cui si sente penetrata e ghermita come da una serpe che emerga dal più tenebroso abisso: la personalità degli umani ignota, inafferrabile nella sua natura e ben oltre la piccola identità data nel quotidiano, una personalità che ha oscure radici e origini nel più arcaico passato dell’Universo sterminato e senza vita. Dopo l’affondo nella propria oggettivazione, definita nella domanda Chi sei tu, la persona può chiedersi Chi sono io, perché è il suo più profondo sguardo che riflette e avvolge il suo Io quale serpe che si riconosce come portatrice del Sé. La presenza dell’immagine della serpe è collegabile alla più intensa energia, da sempre simboleggiata nel serpente, nel drago, metafore per l’inconscio più arcaico conservato nel cervello rettiliano così importante nell’uomo. Ma anche indica la pericolosità di avventurarsi nelle profondità della natura umana: dove stanno serpi e draghi, i luoghi non sono lietamente frequentabili, sono luoghi per esploratori ad oltranza. Una poesia relativa al tema dell’identità umana, al più misterioso senso della
vita stessa al di là di quanto di essi affiora alla superficie.

Passiamo a Uomo di immagini (41):

Uomo di immagini
Uomo di immagini
Crei e distruggi
Mondi
Di dei spaventosi
Di esseri arcani
Di luoghi sconosciuti
Di ciechi universi
Visioni
Baleni
Baratri e abissi
Dal buio della mente
Il sinistro tuo regno
Dove domina
Eremita
Il tuo volto
Più vero.

In questa poesia l’essere umano diviene immagine esso stesso che si presenta quale poeta e artista creatore e distruttore di mondi immaginifici, di immagini create dalla sua mente. L’uomo di immagini è signore dei suoi mondi psichici liberi dagli impedimenti della materia,consapevole del valore della sua creatività nell’Universo sconfinato. È di casa nell’oscurità del suo regno, dove domina da eremita, un regno in cui pochi si avventurano lasciandolo inesplorato, intimoriti dai suoi abissi più profondi e preferendogli il mondo di superficie della vita concreta, più lieto, meno inquietante, ma meno emozionante e più lontano dall’identità vera dell’uomo.

A conclusione della raccolta, Lacrime (72):

Lacrime
Lacrime
Vive sorgenti
Effluvi di sé
A lenire gli spasmi
Amore
Disperazione
Momento
Di pacificazione
Con il proprio passato
Ché sospenda
Di trafiggere
Spietato
Il costato
Agli occhi
La luce
Delle stelle
Al cuore
L’estasi del deliquio.

Un invito ad abbandonarsi ai sentimenti più lirici viventi entro l’interiorità di ciascuno, un invito a non rimuovere la sensibilità più fine. Così tali lacrime appaiono particolarmente catartiche, purificatrici, consentendo esse un momento di conciliazione con se stessi, con la vita e le sue vicissitudini. Nella commozione scaturente da uno sguardo su se stessi che si fa più umano, anche i rimorsi più atroci e più irrimediabili sospendono per un attimo eterno di incrudelire con la loro punta lancinante. Non è uno sguardo audace e indagatore come in Chi sei tu, non temerario e solipsistico come in Uomo di immagini, bensì è uno sguardo che resta nel raggio di una comprensione di sé data da un cuore tempestato da una sensibilità che non dà tregua e che si concede un attimo di inondazione d’amore. Un momento – non un perdono e una dimenticanza definitivi – di carità umana per se stessi, quella pietà verso se stessi che solo il proprio Io categorico giudicante può avere per un’esperienza di redenzione, nessun altro, a osservare e sentire la propria piccola collocazione nel grandioso quanto inafferrabile evento della propria vita nell’Universo.

                                                                                                    Rita Mascialino




Quarta di Copertina della silloge poetica Chi sei tu












 

Nessun commento:

Posta un commento

  Rita Mascialino ,  ‘Insieme falceremo il vento’: Poesie di Angioletta Masiero. Recensione. La silloge poetica Insieme falceremo il ven...