Rita Mascialino, Marino Salvador e il doppio Leitmotiv del buco nero
Marino
Salvador
(Udine) è artista poliedrico non solo per le numerose tecniche che ha
sperimentato e sempre sperimenta perfezionando varie modalità di espressione
onde adattarle ad esprimere il più fedelmente possibile quanto la sua mente gli
suggerisce esteticamente così manifestando il messaggio insito nella sua
creatività artistica – allo scopo costruisce da sé anche diversi suoi strumenti
tecnici. Marino Salvador è artista poliedrico anche e soprattutto per i suoi
importanti Leitmotive e le numerose
variazioni sui temi fondamentali ad essi connesse, ad esempio accanto al tema
specificamente culturale della rivisitazione e attualizzazione della pop art, quello relativo a una visione
della vita percepita in fini dettagli, come è il Leitmotiv di fondo che sta alla base della sua Weltanschauung che si esprime nel frastagliamento di mille forme
geometriche che si intersecano e si
sovrappongono creando mondi che sono una festa della vita nei più accesi colori.
Strettamente collegato a tale centro propulsore dell’arte di Salvador e ad esso sta un ulteriore rilevante Leitmotiv
individuabile nella speciale immagine del cosmico buco nero come voragine da
cui esplodono e in cui rientrano le forme e i colori, la vita, l’arte,
l’universo intero, come raffigurato specificamente e tra l’altro nella tela Nuclear Fireworks, Fuochi d’artificio
nucleari (Mascialino 2020) e come esplicitamente anche nella presente tela Black Hole, Buco Nero, di cui segue l’analisi semantica ed estetica.
Ci occupiamo del significato dei simboli
più rilevanti, estratto attraverso un’attenta analisi oggettiva di quanto sta
nel testo dell’opera.
A sinistra dell’immagine sta una
matita nella forma di un grande razzo capovolto, non in partenza, ma in arrivo,
ombreggiato di giallo, cromia consueta, di uso comune per la luce del sole,
come avesse appena disegnato il triangolo giallo comprensivo di angoli e curve,
di resistenza e di flessibilità, espresso con una metafora forse un po’
azzardata: di maschile e femminile insieme in bella collaborazione, dove il
maschile pare racchiudere il femminile proteggendolo – anche forse chiudendolo in sé, si potrebbe pensare, ciò
che non risulterebbe propriamente esatto vista la bella convivenza delle
diverse forme angolate e sinuose. Dalla luce dunque uscita dalla black hole si è strutturato un razzo
come matita, strumento di scrittura e per eccellenza artistico in quanto ha disegnato
forme quali strumenti per il disegno, ma anche godibili in sé come forme
estetiche. Il fatto che si tratti di un razzo capovolto che proviene dalla
voragine nera implica anche il collegamento con l’Universo – il razzo per
definizione viene lanciato appunto nel cosmo, in una metafora per l’arte che la
pone come linguaggio dell’Universo stesso.
A conferma dell’interpretazione
testé esposta, a destra dell’immagine, tra le ulteriori presenze di mondi e di
forme, spicca una stella di luce di colore giallo come l’ombreggiatura del
razzo-matita.
Il buco nero o metafora dei
percorsi inconsci del cervello è un Leitmotiv onnipresente nella mente umana,
quindi nella semiotica e semantica umana da tempi remoti: il Leitmotiv della
vita ossimoricamente rappresentato dal grande spavento della morte, tema che
emerge con grande evidenza nell’artista che lo esorcizza catarticamente ammantandolo
di bellezza, di estetica, con ciò conciliando l’uomo con il suo destino
(Mascialino 2000 e segg).
Molto interessante è la dinamica
spaziale tra il buco nero e i colori attorno ad esso. Alcune forme sono
chiaramente in uscita, ossia per la vita, altre sembrano in ingresso o, più
esattamente, in ritorno dentro il buio, dove vanno a sparire dopo il gioco
meraviglioso con i colori concessi per un tempo limitato, un rientro sommesso,
una caduta obbligata che si riferisce in questo caso non alla fine dei tempi in
un rientro definitivo della vita nella non vita, ma alla fine di ogni tempo
umano, alla fine dei giochi con la bellezza della vita. E davvero stupenda è la
fantasmagoria di forme colorate che si affastellano attorno all’oscurità, in
una opposizione estetica di grande eleganza, un’eleganza che rende bello il pur
non lietissimo Leitmotiv intrinseco all’esistere.
Così in questa stupenda quanto
profonda opera di Marino Salvador, Black
Hole.
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Rita Mascialino
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