Rita Mascialino, San Paolo innamorato.
Dal Messaggero Veneto di oggi, Intervista di Gian Paolo Polesini a Corrado Augias, stralcio:
Domanda:
“È vero che Paolo non era tenero con le donne?”
Risposta:
“L’argomento è
contraddittorio: da una parte diceva che le donne non devono sedere in assemblea.
Poi quando a Corinto Paolo incontrerà una donna, e se ne innamorerà, ne avrebbe
voluto fare una diacona, ammessa al culto (…)”
Forse l'innamoramento di San Paolo fa svanire nel nulla il suo fondamentalismo contro la donna? Io non credo. E non è per altro un innamoramento che può connotare la visione del mondo del Santo, nella visione del mondo di qualcuno c'è molto altro accanto ad eventuali innamoramenti che sono una manifestazione elementare e inevitabile dell'istintualità. Forse Augias poteva avere un'altra risposta alla domanda? No, ognuno risponde come vuole, ognuno deve essere libero di esprimere le sue idee.
Al proposito, mi si perdoni l’ardire, ma credo sia il caso di citare il brano in traduzione della lettera cui Augias, immagino, faccia un libero riferimento e che probabilmente non tutti conoscono:
Brano della Prima Lettera ai Corinti, 124, 33-36, 1219 (La
Sacra Bibbia, Edizioni Paoline, 1962) - le evidenziazioni sono dell'autrice:
“(…) Come in tutte le Chiese dei santi, le donne nelle riunioni tacciano, perché non è stata affidata a loro la missione di parlare, ma stiano sottomesse, come dice anche la Legge. Se vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro mariti a casa, perché è indecoroso che una donna parli in un’assemblea. Forse è uscita da voi la parola di Dio? O è giunta soltanto a voi? (…)”
Nel
pezzo non si dice che le donne debbano stare sedute, ma al contrario che
“tacciano” perché non hanno nessun diritto di parlare, visto che la parola di
Dio pare essere solo di ambito maschile. Inoltre San Paolo (perché è stato
fatto santo e lo è ancora, né io non tolgo mai i titoli onorifici a nessuno)
dice che devono tacere perché “è indecoroso” che una donna parli in
un’assemblea, le donne devono stare sottomesse, continua San Paolo. Chicca
finale: “Se vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro
mariti a casa, perché è indecoroso che una donna parli in un’assemblea (…)”
Che poi il Santo si sia invaghito di una donna e la volesse collocare e innalzare in un rango immediatamente inferiore a quello sacerdotale, non ha bisogno di nessun chiarimento da parte mia, la vergogna di San Paolo è manifesta - si tratta di clientele, di favori ai propri preferiti, all'innamorata, così come la vedo io. Personalmente San Paolo mi sembra un gran propagandista del cristianesimo, come giustamente afferma Augias, ma a rovescio, certo non fa buona propaganda né al cristianesimo, né alla cultura maschile, né a quella dei santi. Non vorrei dire qualcosa che minimamente offendesse il santo, ma la mancanza del diritto all'istruzione nelle scuole mi sembra affine al divieto vigente nella cultura talebana attuale, nota attraverso i reportage dei giornalisti in quei luoghi.
Mi scuso se ho osato citare dalla Bibbia, quale donna sottomessa - non ai mariti che non ho -, ma comunque sottomessa a chi comanda, non ho parlato in pubblico, ho comunque scritto per il pubblico, speriamo che San Paolo non se la prenda con me dall’al di là, sono stata una docente della scuola pubblica, così mi è sembrato opportuno, magari per deformazione professionale, chiarire meglio la posizione di San Paolo verso le donne: con il velo e in silenzio, a casa, sottomesse e senza diritto di parola, né di istruzione. Soprattutto, indecorose. Povere donne, indecorose - così nel testo tradotto delle Paoline - se avessero osato parlare in assemblea. Tacere bisognava andare avanti, come nella epica canzone del Piave e davvero le donne, anche se non sono in sé forse così grandi come i dominatori, i padroni del mondo, lo sono diventate grandi grazie alla loro esistenza e resistenza trascorse da sempre nell'ingiustizia, nel mondo ingiusto dei forti, dei più forti. Grandi Donne che ancora oggi vengono ostacolate ovunque possibile seppure in misura talora meno evidente di un tempo, anche uccise se non stiano sottomesse, un Calvario infinito, mentre quello di Cristo, voluto da un Padre divino per altro, ha avuto una durata molto breve. Tornando a San Paolo, è un santo che non ha detto alle donne solo di stare sedute, ma appunto ha detto molto altro di pesantemente negativo per la triste storia della donna, per la società umana dominata dai forti.
Forse è il caso che mi scusi di nuovo, ma non posso accettare che, naturalmente senza alcuna intenzione da parte di Augias che per altro stimo moltissimo, San Paolo magari venga fatto passare per chi non è stato, questo detto da chi ha ritenuto, molto umilmente e per riconoscenza, di fondare il 'Secondo Umanesimo Italiano ®' in memoria della più grande rivoluzione di pensiero mai effettuata per la libertà e l'onestà intellettuale, ciò che è stato ed è il massimo onore mai raggiunto dalla cultura italiana, onore pagato a caro prezzo con la vita stessa." Rita Mascialino